C’è la pittura, ma anche l’architettura, al centro della ricerca di Paolo Parisi. E poi il suono, la fotografia, l’installazione. Artista versatile e raffinato, con una serie di importanti esperienze istituzionali alle spalle, Parisi è anche uno dei fondatori di BASE, storico spazio non profit fiorentino, tra i più interessanti a livello internazionale, tutt’ora gestito insieme a colleghi come Maurizio Nannucci, Mario Airò, Paolo Masi.
Dall’uso pittorico ed immersivo della luce, ottenuto grazie ai filtri di plexiglass colorato installati negli spazi espositivi, fino alla traduzione di frequenze cromatiche in robuste partiture noise, Parisi porta avanti uno studio analitico e concettuale del colore, tramutato in traccia di senso, confine, memoria, unità di misura, sinestesia, occasione plastica e costruttiva.
Nella serie Unitè d’habitation si realizza l’incontro fra la sensibilità architettonica e la volontà pittorica. Il titolo, mutuato dalle utopie moderniste di Le Corbusier, rimanda a quelle cellule domestico-urbanistiche definite “città verticali”. Le tele diventano proiezioni ortogonali di queste unità abitative, viste dall’alto: strutture solcate da linee parallele, veri e propri volumi distesi nella seconda dimensione. La pittura, dunque, come proiezione di uno spazio vitale: densa, potente, attraversabile; implosa nei neri assoluti, nei blu subacquei, nei rossi e nei verdi squillanti. La pittura come luogo dell’idea e della sua traduzione (materica) in immagine.
da: Andrea Bruciati, Helga Marsala, (a cura di), “Le stanze d’Aragona. Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio.”, Rizzuto Gallery, Palermo, 2016